Parco della Memoria

Il progetto del “Luogo della Memoria” dell’Aquila nasce dalla riflessione sul rapporto fra uomo e
ambiente per creare un angolo verde laddove la natura ha dato un forte monito all’eccessiva azione
dell’uomo. L’obiettivo è di fare architettura senza edilizia, cercando un equilibrio con la natura senza
sovrastarla, trovando soluzioni in cui il lavoro del progettista si accordi con l’espressività propria
dell’ambiente.

Questi nostri intenti scaturiscono non solo dal ricordo di chi è scomparso nel crollo del condominio di
Via Campo di Fossa 6B, ma soprattutto dalla volontà di non consentire all’uomo – che ha dimostrato di non avere memoria della ciclicità storica di certi fenomeni geologici – di tornare ad edificare lì dove si sono rinvenute cave e grotte di grande profondità e la natura del terreno è ancora in fase di accertamento.
Siamo particolarmente determinati in questa realizzazione, perchè tra le vittime ricordiamo anche due
nostri cari amici: Ilaria Rambaldi e Paolo Verzilli. Entrambi studenti di Ingegneria Edile-Architettura
come noi: con loro abbiamo condiviso un lungo tratto del nostro percorso di formazione umana, sociale
e scolastica.

Il progetto condensa in sé i concetti di memoria, speranza e natura.
Il punto focale è rappresentato dalla “Stanza della memoria”: un edificio a cielo aperto che racchiude il
sentimento di assenza che si rinnova nel quotidiano ricordo di chi non c’è più, attraverso quattro setti
che si ergono a ricalcare il perimetro di ciò che fu.
Segni architettonici semplici e chiari, per questo pregni di significato: all’interno di questo ambiente
la copertura mancante e la quota di calpestio posta a livello delle fondazioni preesistenti enfatizzano il
vuoto lasciato dal crollo dell’edificio.
L’osservatore che entra nella stanza si trova di fronte ad uno spazio e ad un tempo che vivono in un
loro piano dimensionale. Egli riconosce se stesso nell’immagine riflessa dalla parete lucida posta ad
ovest, riportante i nomi delle vittime del palazzo, ma, allo stesso tempo, percepisce il senso di distanza
tra mondo fisico e metafisico, il cui confine è segnato dal canale di luce che vi si scava innanzi e
che permette di poter solo sfiorare la matericità del setto. Allo stesso tempo, però, coglie la memoria
cruenta del terremoto, attraverso il corrugarsi e il piegarsi della parete sud, in acciaio corten, che
sembra restare perennemente in balìa delle forze della natura.

Alla stanza si arriva attraverso tre percorsi, ognuno dei quali ha un proprio significato sia come singolo
elemento, sia letto in connessione agli altri. A seconda di come si deciderà di percorrerli, si avrà una
precisa successione di riflessioni che porteranno alla consapevolezza piena – perché frutto del ricordo e
del monito – del messaggio che si vuole comunicare.
Il primo di questi parte da Via XX Settembre e costeggia Via Campo di Fossa. Sono cinque rampe
di scale che scendono per dieci metri – immettendo nella Stanza della Memoria – e lo fanno
appoggiandosi al naturale andamento del terreno, divenendo un segno evidente perchè unico
antropizzato nella natura circostante. Scendere per questi gradini vuol dire calarsi pian piano nella
memoria di quel che avvenuto, accompagnati ancora una volta da quel canale di luce che poi si
riverserà nella Stanza.
Da quest’ultima si diparte il secondo percorso (verso Viale Crispi), che dalla memoria consapevole sale
verso la speranza, rappresentata da una zona gioco per bambini posta più in alto. In quest’area, dedicata
alla vita, la mano dell’uomo è più evidente, ma sempre nel pieno rispetto della natura del luogo. Una
pavimentazione multicolore riveste l’angolo del lotto opposto a quello della Stanza della Memoria – la
vita ad est e la morte ad ovest – e, data la differenza di quota, è visibile dalle aperture poste sulla parete
est di questa. Questi listelli colorati si fondono al verde, interpenetrandosi con esso, come una macchia
che si spande su di un piano. Qui trova posto anche il “giardino dell’amicizia”, dedicato da noi alla
memoria dei nostri amici. Due rampe si curvano a formare un abbraccio, come quello con cui i nostri
due cari se ne sono andati, e conducono ad un giardino sopraelevato al cui centro campeggia l’albero
dell’amicizia, che richiama le parole di Luca Santarelli, amico del cuore di Ilaria:

“… L’albero dell’amicizia è ricoperto di foglie che stagione dopo stagione cadono, si rinnovano per
poi magari cadere di nuovo… su quest’albero soffia il vento della vita, cade il doloroso silenzio della
neve, piovono le lacrime di mille sogni perduti e irrompe lo scroscio del tuono che come mille taglienti
vetri rotti istillano nella nostra esistenza angoscia e smarrimento… eppure alcune foglie resistono
sempre, nulla le fa cadere e continuano rimanere lì per sempre. Sono le emozioni di mille esperienze
passate insieme, l’amore fraterno che nella gioia e nella tristezza ci tiene ancora saldamente insieme;
alimentano le mie stesse radici, sono linfa vitale per me nonostante tutto e un giorno quando i miei
occhi mortali si chiuderanno, quelli dell’anima si apriranno e di nuovo potrò rivederti e per sempre
saremo amici e per sempre continuerò ad abbracciarti …”

L’ultimo dei percorsi è quello più propriamente dedicato alla natura. La più diretta visuale verso il
centro storico e Piazza Duomo è quella individuata da Via Sant’Agostino. In questa passeggiata nel verde, l’osservatore potrà essere chiamato ripetutamente alla riflessione e alla sosta, ritrovandosi dapprima nello spazio della vita, e successivamente in quello della memoria attraverso l’ultima delle rampe.

Mentre il tempo scorre continuo, forse ci terrà sempre troppo distanti da coloro che abbiamo amato e
dagli insegnamenti che la loro memoria può darci. Ma se il tempo e lo spazio appartenessero, anche
solo per un istante, ad un universo mentale e spirituale, saremo vicini ad essi come non mai…

 

Gli amici di Ilaria e Paolo

Brunetti Carmen
Di Lodovico Luana
Esposito Valeria
La Rocca Giovanni Luigi
Leopardi Simona
Pollastrelli Paola
Santilli Vincenzo
Simone Emilia

 

Ulteriori informazioni:

Presentazione dettagliata Parco della Memoria

Scarica la versione completa della Relazione degli amici

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