URBANISTICA IN ROSA 2016 // I vincitori

I vincitori del concorso Urbanistica in rosa, edizione 2016 sono:

  • Limongi Giada con la tesi “Aree Metropolitane tra Degrado Ambientale, Rischi e Cambiamento Climatico. Metodi e Tecniche per la Conoscenza” per il tema e l’originalità della tesi e l’approfondimento del lavoro condotto sul tema della mitigazione dei rischi (endogeni ed esogeni). La metodologia e gli strumenti di analisi proposti permettono di valutare, attraverso un articolato quadro conoscitivo, i diversi fattori di rischio, in termini di pericolosità e di esposizione, che possono interessare le aree metropolitane (pericolosità naturali ed antropiche, fenomeni connessi alla crescita urbana ed ai cambiamenti climatici, criticità connesse al degrado e all’alterazione dei componenti naturali), e individuare le aree più critiche dove intervenire prioritariamente con scelte di pianificazione urbanistica/ strategica atte a ridurre i livelli di rischio, recuperare e rigenerare sia le componenti antropiche degradate che quelle naturali alterate dai processi di crescita urbana.
  • Gobetti Beatrice, Marica Conte e Martina Cogo con la tesi “Racconti dal fiume: riconquista del suolo attraverso i fiumi Chiampo e Alpone” per la particolare attenzione ai temi della mitigazione del rischio idrogeologico con approccio multifunzionale che partendo dalla scala vasta arriva a definire interventi mirati alla messa in sicurezza da eventuali alluvioni le conurbazioni che insistono sui tratti di fiumi del Chiampo e dell’Alpone. L’originalità e la peculiarità della tesi è racchiusa all’interno della strategia proposta che prevede di affiancare una ripermeabilizzazione boscosa del suolo (a nord dei tratti fluviali) con dei bacini di laminazione (posti a sud) inseriti all’interno di parchi verdi, parchi nati per ridare nuova funzione anche agli edifici industriali in dismissione. La rete dei parchi verde assume così un doppio ruolo: ricucire il tessuto urbano e costituire elementi naturali di mitigazione del rischio idraulico.

Menzioni speciali:

  • Miranda Federica con la tesi “Sisma e città densa. La “vita utile” della città di Catania. Analisi rischio sismico e soluzioni progettuali integrate” per la particolare attenzione ai temi della mitigazione del rischio sismico e del recupero nei tessuti urbani densi (isolati o aggregati). Interessante l’approccio metodologico di analisi della vulnerabilità sismica dei vari isolati scelti, spesso nati al di fuori dello strumento urbanistico (tra 1929 e 1974), che ha portato la candidata ad individuare scelte urbanistiche e architettoniche/strutturali di intervento in tali isolati: su isolati meno densi si è proceduto per interventi di rigenerazione urbana (demolizione e ricostruzione in sito con moderne tecniche antisismiche) con attenzione alla larghezza degli assi viari, al verde pubblico e ai servizi; su isolati più densi, invece, sono stati individuati interventi di miglioramento strutturale sismico del patrimonio costruito e verifiche di calcolo strutturale (rispetto normativa sismica vigente).

    Salvati Lidia con la tesi “Ricucire i frammenti: piazze d’acqua per l’area orientale di Napoli” per la particolare attenzione ai temi della mitigazione del rischio idraulico e di rigenerazione urbana attraverso la riprogettazione di strade e spazi pubblici (water square) in grado di mitigare i fenomeni di alluvione dovuti all’impermeabilizzazione del suolo. La riqualificazione e la riprogettazione di tali spazi pubblici attraverso water square (dai DE Urbanisten) e un sistema fognante efficace permette sia di regimentare le acque in periodi di pioggia intensa (anche riciclandole), sia di ottenere spazi fruibili in periodo asciutti attraverso un progetto urbanistico ed architettonico continuo.

    Cardelli Primola con la tesi “La riduzione della vulnerabilità urbana per la mitigazione del rischio sismico nel centro storico di Assergi (AQ)” per la particolare attenzione ai temi della mitigazione del rischio sismico e del recupero dei centri storici del cratere sismico aquilano. Interessante è stato l’utilizzo della Struttura Urbana Minima come strumento per la mitigazione del rischio sismico e per la diminuzione della vulnerabilità locale (misurato tramite IP). Tale strumento è stato supportato da politiche ed interventi di ricucitura dei
    tessuti, demolizioni mirate di edifici “critici”, la creazione di una rete viaria per l’emergenza, il consolidamento delle vie di fuga esistenti e la progettazione aree di emergenza. Tutto il progetto punta a rendere il centro storico preparato all’evento sismico in termini di gestione dell’emergenza e più vivibile in tempi ordinari in termini di qualità urbana.

Per approfondire i lavori dei vincitori 2016, vi rimandiamo a ‘Urbanistica’ – Rivista bimestrale
Anno XXXXIII Maggio-Giugno Luglio-Agosto 2016, INU Edizioni. Approfondimento. 

Rispondi